Le lezioni marketing del prof. Barack Obama

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Obama out

Oggi, venerdì 20 gennaio 2017, è il giorno dell’insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump.

Dopo 8 anni finisce l’esperienza di Barack Obama alla Casa Bianca.
Non è certo questa la sede per un’analisi del suo operato politico. È invece mia intenzione riflettere in ottica marketing.

 

Quali sono le lezioni marketing che possiamo apprendere da Barack Obama?

1. L’importanza della vision

Obama ha raccontato, nella campagna per la prima elezione del 2008, la visione di un’America della quale innamorarsi, fortemente desiderabile. Oscar Farinetti, in una bellissima intervista, ci dice che la nostra visione deve essere bellissima, difficilissima ma realizzabile. Obama si è perfettamente mosso sul crinale tra utopia e determinazione nel perseguirla. Non per niente, Yes we can! è diventato molto più di uno slogan politico: è divenuto uno stile di vita.

 

2. Emozione e credibilità

Per raccontare una vision come quella appena descritta, è necessario essere perfettamente capaci di veicolare in modo saldo una forte emozionalità e al tempo stesso risultare estremamente credibili. Guardatevi il video qui sotto, anche senza leggerne i sottotitoli, e noterete che, sebbene non comprenderete tutte le parole, avrete una reazione emozionale (la pancia che si muove, il battito leggermente accelerato, la pelle d’oca). Non si tratta solo di quel che si dice, ma molto di come lo si dice. La comunicazione non verbale di Obama è pensata in ogni dettaglio. Il risultato è che infonde fiducia.

 

3. Social network

Non possiamo non riflettere sul fatto che per sempre si parlerà di un’epoca pre-Obama e di un’epoca post-Obama per quanto riguarda l’uso dei social network. Quello che oggi appare naturale, nel 2008 era frontiera. Paradossale che 8 anni dopo siano stati proprio i social network a svolgere un ruolo determinante nella vittoria di Donald Trump? No. Una volta ancora si conferma che il media vince sul contenuto.

 

4. Il prodotto che fa la differenza

La vision, come ogni aspetto strategico, è un contenuto astratto e per questo potenzialmente fragile. Essa diventa più forte se è rappresentata da un prodotto che la rende evidente in modo pieno e perfetto. Un prodotto icona di brand. Avete presente lo Spremiagrumi Alessi realizzato da Philippe Starck, la 500 per Fiat, la Moka Bialetti? A Obama è mancata la riforma perfetta, la riforma che rappresentasse appieno i suoi ideali e che dimostrasse la sua efficacia concreta. La riforma capace di passare alla storia. Ci ha provato con la riforma sanitaria (Obama Care), ma la maggioranza repubblicana al Senato ha di fatto reso impossibile il primo requisito di un prodotto icona di brand: si tratta di un compromesso e quindi non ha la carica iconica necessaria.

 

5. Storytelling

L’importanza del backstage. Tutti noi amiamo scoprire i dietro le quinte. Pensate ai contenuti speciali dei film o a tutti i programmi televisivi che ci fanno vedere il “come è fatto”. Ricorderemo gli 8 anni di Obama attraverso scatti fotografici che nessun Presidente precedente può mostrare: gli sguardi tra Obama e Michelle, i figli che giocano a nascondino nello studio ovale, momenti di gioia ma anche di stanchezza. Immagini di una persona normale, vera, e per questo più vicina, nella quale identificarsi.

 

6. Il ruolo dell’aiutante dell’eroe

Non esiste eroe senza il suo aiutante, colui o colei che gli sta a fianco, che parla poco ma che è vicino all’eroe nei momenti più importanti. Non esiste Don Chisciotte senza Sancho Panza, Shrek senza Ciuchino, Obama senza sua moglie Michelle. Il tempo ci dirà se ai coniugi Obama riuscirà l’inversione dei ruoli fallita dai Clinton.

Il tempo ci dirà anche cosa potremo imparare dal nuovo Presidente Trump e se Barack Obama potrà ritagliarsi ancora spazi politici e di insegnamento marketing.

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Francesco Sordi
Lavoro per le aziende che vogliono elevare il livello del proprio marketing per raggiungere nuovi obiettivi con grande efficienza. Mi occupo di formazione, consulenza, training on the job e temporary management.