Non dite mai “Mi piace”!

Da anni ho una buonissima abitudine: giro con un buzz (quel coso che emette un suono se viene premuto) quando devo presentare o assistere alla presentazione di qualche progetto operativo, sia esso un’identità visiva di brand, un sito, una campagna pubblicitaria o altro.

Le regole sono chiare: chi dice “mi piace” o eventuali sinonimi e contrari viene buzzato e dopo un certo numero di penalità si paga da bere.

Non avete idea dei risultati: nei primi 5-10 minuti nessuno sgarra perché la concentrazione è massima, ma poi il buzz fuma.

Perché?

Perché siamo schiavi della dittatura del “Mi Piace”: siamo schiavi del giustizio estetico soggettivo.

Dobbiamo allenarci a sostituire il “Mi Piace” con giudizi inerenti la coerenza tra quanto stiamo vedendo e la strategia che ha motivato e orientato l’azione operativa.

Un sito, un logo, una campagna sono strumenti in mano al management per raggiungere degli obiettivi. Con tutto il rispetto, del fatto che piaccia o meno ai singoli, siano essi anche i titolari d’azienda, poco ci deve importare.

http://gph.is/1pptU1s

 

La check list anti “Mi piace”

Qui di seguito vi suggerisco una check list per i vostri progetti.

  1. Sono presenti tutti gli elementi del principio comunicativo?
  2. È veicolata in modo corretto la promessa?
  3. Essa è supportata da tutte le corrette reason why?
  4. Esistono elementi di disturbo oltre a quelli strategicamente corretti?
  5. Emerge come il soggetto della comunicazione sia la soluzione al bisogno o ai bisogni indicati nel brief?
  6. La comunicazione è studiata per intercettare il pubblico target, con particolare riferimento al suo stile di vita desiderato?
  7. Emergono le ragioni di differenza e di scelta del prodotto o brand rispetto alla concorrenza?
  8. Che tono di voce utilizza la comunicazione?
  9. Che tipo di personalità descrive la comunicazione rispetto al soggetto emittente (brand) e al soggetto protagonista (prodotto)?
  10. La comunicazione manifesta lo stile corretto in base alla via strategica prevalente? È ad esempio autorevole nel caso di strategia di leadership? È focalizzata su un bisogno o valore nel caso di strategia di marcatura di segmento? Determina una rottura con lo status quo del contesto competitivo per supportare la strategia Oceano Blu?

Usate il buzz e la check list: all’inizio sentirete fatica perché vi obbliga a pensare in modo diverso, ma avrete grandi risultati.

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Ovviamente, se alla base non avete una chiara strategia, tutto ciò è inutile.

Ma in questo caso il buzz fumante sarebbe per voi l’ultimo dei problemi.

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Francesco Sordi
Lavoro per le aziende che vogliono elevare il livello del proprio marketing per raggiungere nuovi obiettivi con grande efficienza. Mi occupo di formazione, consulenza, training on the job e temporary management.