“Te lo dico quando ho finito”

Te lo dico quando ho finito.

È una delle frasi che mi fanno impazzire. Nel marketing siamo oggi chiamati a gestire una forte pressione operativa, perché da un lato il contesto cambia in modo tumultuoso, dall’altro dobbiamo garantire la massima efficienza, oltre che la comprovata efficacia.

Il fattore tempo è critico, spesso più del fattore denaro. Ma per efficientare il tempo non basta chiedere lo sconto: è necessario pianificare in modo attento, ciclico, reiterativo.

Non è una competenza che può essere in capo ad un’unica persona: è il team che deve lavorare in modo coeso e organizzato.

 

Le 3 competenze che ogni marketer dovrebbe coltivare

Tre sono le principali competenze che, in tal senso, devono sempre più coltivare i marketers:

  1. Da un lato la capacità di dare una stima di tempo alle proprie attività, anche se non le hanno mai svolte. Su questo terreno si arriva spesso a scontrarsi, per via della famosa frase: «Te lo dico quando ho finito» in risposta alla domanda: «Quanto tempo possiamo pianificare per questa attività?»

È certamente difficile fare stime senza uno storico, ma voglio fare una provocazione: sei andato all’università? Se sì, hai dovuto sostenere tanti esami in un’unica sessione. Nella maggioranza dei casi (lo spero per te) hai sostenuto un esame una sola volta. Prima di darlo lo avevi già provato? NO! E allora come hai fatto a preparare tre esami da dare in un mese? Come hai fatto a decidere come suddividere il tempo utile allo studio? Ma soprattutto… come hai fatto a dimenticarti come si fa nel tragitto dall’università al mondo del lavoro?

  1. Prioritizzazione: in secondo luogo è la capacità di assegnare diversi livelli di priorità alle attività. Ogni giorno, infatti, la to do list si allunga a parità di ore lavorabili. Quante aziende vedo che lavorano in costante emergenza, come fossero medici di pronto soccorso! Quanti uffici marketing che stravolgono i planning in funzione dell’ordine con cui ricevono le email o le richieste personali più disparate! Non è forse vero che, sempre all’università, abbiamo dato un peso ben diverso agli esami “mattone” rispetto agli opzionali? E non è forse vero che, talvolta, per poter dare quegli esami abbiamo dovuto dire di no agli amici che ci proponevano serate e weekend in compagnia? Priorità!
  2. La terza è probabilmente la competenza più difficile: si tratta di riuscire a modulare il proprio lavoro in funzione del budget tempo. Ognuno di noi sa che l’accuratezza di un lavoro dipende anche dal tempo che possiamo dedicarci. Ma il tempo è una risorsa scarsa che va dosata con cura, come abbiamo appena visto. Il miglior lavoro eseguito in un tempo sbagliato non è, per definizione, il miglior lavoro. Molti professionisti sono stati mentalmente plasmati sul principio di efficacia, ma non su quello dell’efficienza che, invece, è la parola d’ordine da almeno 10 anni a questa parte.

Se affido a un mio collega un’analisi sui bisogni dei clienti, oppure sulla concorrenza, so benissimo che se gli dessi un mese mi tornerebbe con un lavoro spettacolare. Ma non accade mai. Il mio input è sempre: «Fai la miglior analisi possibile in un certo numero di giorni». Sia io che il mio collega, così come il nostro cliente, sappiamo che non sarà la miglior analisi possibile in assoluto, ma la miglior analisi possibile stante il vincolo di budget che ci siamo posti in autonomia (magari in base a una priorità) o a fronte di fattori indipendenti da noi. Lo stesso principio deve valere per la costruzione di una brochure, di un video o altro.

 

Lo dico sempre, citando Tonino Carotone:

è un mondo difficile, è vita intensa.

Siamo pronti ad affrontarlo?

Se non affronti con nuove competenze la pressione del fattore tempo, sarà lui a schiacciarti.

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Istituto del Marketing Scientifico