Che cos’è l’ecologia di brand?

Sono sempre stato un ragazzo del campetto.

Nel paese in cui sono cresciuto i ragazzi si dividevano in due compagnie: quella della sala giochi e quella del campetto.

In sala giochi ci stavano i più fighi. Ho provato a emularli ma non ce l’ho fatta, a me i video giochi non sono mai piaciuti.

Il mio ambiente era ed è il campetto.

Penso che ognuno di noi si porti dietro e addosso le esperienze che lo hanno fatto crescere e che cerchiamo di ritrovarle in ogni oggi, anche a distanza di anni.

Oggi per me essere un ragazzo del campetto vuol dire molte cose: dal non sopportare le camicie, che non uso, al non riuscire ad appassionarmi a nessun tool tecnologico, a guardare come un allucinato i milanesi imbruttiti ma anche quelli infighettati, soprattutto se portano i mocassini, a farmi dare sempre del tu, a non farmi problemi a dare del tu.

Significa preferire i “cicchetti” all’apericena, la pizza al sushi.

Significa anche preferire lavorare con piccoli e medi imprenditori piuttosto che con big corporation.

Significa scegliere come location per un evento un community hub di rigenerazione urbana piuttosto che un centro conferenze polifunzionale.

Mettimi a Milano, in una location esclusiva, con una bella camicia bianca appena uscita dalla stireria, un pantalone in figura e delle scarpe in pelle e ti sembrerò il primo degli idioti.

Ecco, ho parlato fino ad adesso di me, quando tutti insegnano che devo parlare di te se voglio interessarti. Recuperiamo adesso…

Tu in che ambiente sei cresciuto? Pensa ai tuoi ricordi belli d’infanzia e adolescenza: dov’eri? Cosa fai per rilassarti, per stare bene?

In una parola: qual è il tuo habitat?

Ognuno di noi ce l’ha e se provi a tradirlo ti sentirai come un animale allo zoo.

Anche le nostre aziende, i nostri brand e i nostri prodotti o servizi hanno un habitat e come troppi habitat, anche loro sono a grave rischio.

Non farti tentare dalla voglia di uscire dal tuo habitat ideale per inseguire facili vendite: è una trappola che ti tendi da solo.

Bada bene di non inserire nel tuo ecosistema aziendale elementi distonici e potenzialmente letali: basta poco se non hai sviluppato resistenze. Pensa alle nutrie, ai procioni, persino agli scoiattoli: sono pure carini ma creano gravi danni quando entrano in ambienti non adatti alla convivenza con essi.

Per te sono i prodotti non in linea con la filosofia aziendale, le politiche di pricing che stravolgono l’equilibrio, una sovrapposizione non pianificata tra canali di vendita, un linguaggio in comunicazione mirato a raccogliere qualche manciata di like ma che sembri tu quando bevi un po’ troppo… la mattina dopo ci ripensi e ti senti un… sì insomma… uno straccio diciamo 😉

Tutto questo mi piace chiamarlo ecologia di brand. L’ecologia è la ricerca di un equilibrio stabile e funzionale. Il tuo brand, per crescere, ha bisogno di un ambiente sano. Mantienilo tale, oppure comincia a ripulirlo, subito!

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Istituto del Marketing Scientifico