Federer e Pellegrini, due vincenti nati e ormai ben cresciuti

Lo svizzero, quasi 38 anni (mitica classe ’81!) è arrivato vicinissimo a un nuovo, ennesimo trionfo a Wimbledon.

Federica Pellegrini, mia conterranea con la R rotolante, si è laureata campionessa del mondo dei 200 metri sl a 31 anni, sedici anni dopo il suo debutto mondiale.

 

Cos’hanno in comune e cosa ci insegnano?

  1. Never give up: entrambi hanno avuto un periodo nero, dove sembrava naturale e fisiologico che arrivasse il momento del tramonto della carriera; per loro è diventato motivo di rilancio, per andare oltre alla statistica, oltre alla storia. Come a dire che «una cosa è impossibile fintanto che non arriva qualcuno e la fa». Ecco, impariamo a far caso a quante volte in azienda o nel nostro lavoro diciamo: «Eh… vabbé, va così, è così per tutti». Quante occasioni ci stiamo perdendo?
  2. Disciplina: Federer è probabilmente una delle persona più noiose dello star system internazionale: nessun colpo di testa, nessuno scandalo, sposato con la stessa donna dal 2009. Federica ha una vita privata più frizzante, ha avuto partecipazioni televisive, ogni tanto inquadra il suo lato B su Instagram. Ma nel restante 99% del tempo suda, lotta e si allena per vincere. Ha già vinto tutto, potrebbe godersi la vita ma non è sazia, non si accontenta. E tu hai ancora la fame e i sogni di quando avevi 20 anni?! O in fondo in fondo ammetti di esserti un po’ accomodato nella tua comfort zone, magari pensando che te lo meriti, perché hai sgobbato un sacco in questi anni? Cosa ti spinge ad andare avanti? E quanta forza propulsiva hai?
  3. Strategia: entrambi sanno che non hanno e non possono più avere le performance fisiche di 10 anni fa. Hanno sviluppato altri talenti, se la giocano con altri strumenti. Hanno cambiato modo di allenarsi, modo di gareggiare, modo di mangiare. Hanno cioè modificato la loro strategia in funzione di un contesto analitico differente. E tu? E la tua azienda? Quanto siete cambiati negli ultimi 10 anni? Quanto è diverso il vostro modo di pensare e di agire in un mondo che è stato letteralmente rivoluzionato a livello economico ma anche sociale? Quanto sei reattivo ai cambiamenti? Quanto invece sono per te motivo di lamento?

 

Infine, un ultimo pensiero per Federer

Certamente, sarebbe entrato nella leggenda se avesse messo a terra uno dei due match point a disposizione. Ma tutti lo celebriamo comunque. Nessuno, tra qualche tempo, si ricorderà di quel punto mancante in 5 ore di partita.

Nello sport, nella vita, nel lavoro, ci impegniamo per vincere.

Non sempre vincere basta.

Non sempre è necessario vincere.

Mi sarebbe piaciuta una vita come la loro, un successo come il loro.

Ma sono felice se, nel mio piccolo e nel mio lavoro, posso fermarmi e dirmi: «Ci voglio provare, ci provato al massimo, ce l’ho messa tutta».

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