Strategia Oceano Blu: oltre 10 anni ben portati

strategia oceano blu

Sono passati già 10 anni dalla prima pubblicazione, in Italia, di quello che a oggi è considerato un bestseller nel campo marketing: Strategia Oceano Blu di Chan Kim e Renée Mauborgne.

Un grande classico per molti professionisti, ma ancora mi stupisco spesso quando, durante qualche lezione o seminario, trovo studenti di marketing che non lo hanno mai sentito nominare.

Ma dopo 10 anni possiamo dire di averlo interiorizzato, capito e messo in pratica fino in fondo, sia come professionisti che come aziende?

A mio avviso certamente no.

Ma facciamo brevemente sintesi di ciò su cui si basa la teoria dei due autori, a beneficio di coloro che non lo avessero letto e studiato.

Strategia Oceano Blu in sintesi

Innanzitutto il titolo: Oceano Blu si contrappone a quello che viene descritto come “oceano rosso”, ovvero un mercato denso di concorrenti agguerriti dove si combatte per accaparrarsi pochi clienti, dissanguandosi. L’oceano blu vuole quindi essere la meta delle aziende che desiderano rivolgersi a un mercato con tanti clienti e nessun concorrente. Il sottotitolo ben sintetizza l’obiettivo: «vincere senza competere».

Si tratta forse di un sogno, di uno scenario così bello da essere impossibile, un modo come un altro per vendere libri basati sul nulla se non su una bella copertina?

No, niente di tutto ciò.

Ma, al tempo stesso, non è neppure quella via facile, diritta e segnata che può portare le nostre aziende a recuperare quella competitività e quei margini di profitto così contratti negli ultimi anni.

Alcune premesse e precisazioni

Ecco, in breve, alcune puntualizzazioni in merito alla strategia Oceano Blu:

  1. prevede di concentrare la propria attenzione sui non clienti della categoria, ovvero coloro che non solo non sono clienti della nostra azienda, ma neppure dei nostri concorrenti. In sintesi potremo dire che l’obiettivo ultimo è “vendere il prodotto a chi non compra il prodotto”. Casella Wines vende il suo Yellow Tale a coloro che non bevevano vino, Curves vende abbonamenti alla palestra alle donne che non andavano in palestra. L’abitudine ci porta a pensare ai nostri clienti, a ragionare in termini di quota di mercato e di strategie per eroderne punti ai concorrenti. Nulla di questo si adatta ad un “pensiero Oceano Blu”;
  2. prevede di focalizzarsi su pochi, pochissimi fattori competitivi e di divergere dalla concorrenza. Attenzione: non distinguersi! La divergenza prevede una differenza marcata e significativa, potremo dire “disruptive”;
  3. richiede costanza e perseveranza per costruire una forte brand reputation che rappresenta l’unica vera forma di barriera all’entrata di altri concorrenti che seguiranno il successo di coloro che hanno scoperto un nuovo, incontaminato, oceano blu. Questo ci porta al quarto punto;
  4. non riguarda aspetti tecnici o tecnologici, non si tratta di innovazione brevettabile. La strategia Oceano Blu riguarda quel capitale immateriale che chiamiamo conoscenza, intuito, coraggio, organizzazione, brand, lavoro organizzato.

In sintesi, possiamo dire che la Strategia Oceano Blu rappresenta una delle soluzioni strategiche possibili, certamente la più affascinante ma anche la più impervia perché nessuno prima si è avventurato per quelle vie.

Cercate una strategia di sicuro successo per la quale sia prevedibile il ritorno d’investimento? Abbandonate l’idea di Oceano Blu.

Avete un mix giusto di solide competenze marketing e di propensione al rischio imprenditoriale? Allora è una via da prendere in considerazione in modo serio, organizzato e lungimirante. Talvolta persino divertente!

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Francesco Sordi
Lavoro per le aziende che vogliono elevare il livello del proprio marketing per raggiungere nuovi obiettivi con grande efficienza. Mi occupo di formazione, consulenza, training on the job e temporary management.