La Sindrome Totti delle aziende

Lo abbiamo visto o letto tutti: Francesco Totti, di anni 41 a settembre, lascia la Roma dopo 28 anni e un ultimo campionato denso di polemiche e malumori.

Per me possiamo tranquillamente smettere di parlare di Sindrome di Peter Pan e sostituirla con la Sindrome di Totti. Ecco qui il video della lettera e di seguito un estratto di alcuni passaggi molto significativi.

«Sapete qual era il mio giocattolo preferito? Il pallone, e lo è ancora ma a un certo punto della vita si diventa grandi. Così mi hanno detto e il tempo ha deciso. Maledetto tempo… […]».

«Oggi questo tempo mi ha bussato sulle spalle e mi ha detto ‘domani sarai grande’  […]».

«Mi sono chiesto in questi mesi perché mi stiano svegliando da questo sogno. Avete presente quando siete bambini, state sognando qualcosa di bello e vostra madre vi sveglia per andare a scuola? Mentre voi volete continuare a dormire e provate a riprendere il filo di quella storia e non ci si riesce mai? Stavolta non era un sogno, ma la realtà […]».

«Scusatemi se in questo periodo non ho chiarito i miei pensieri ma spegnere la luce non è facile, adesso ho paura […]».

Totti in lacrime

© Corriere Roma – Corriere della Sera

 

Immaginate la vostra azienda nel futuro

Paura. La paura è il risultato dell’ansia, un’ansia che quando raggiunge livelli apicali diventa paralizzante, come nel caso di un incendio, quando le persone non hanno la lucidità di scappare verso le vie di fuga.

Molte, moltissime aziende soffrono della Sindrome di Totti: pur giunte in età matura, non hanno progettualità di medio-lungo termine e quando si accorgono che nel breve periodo non possono replicare lo schema comportamentale sin qui adottato, si paralizzano e subiscono il mercato.

Totti è arrivato a 41 anni e non si è creato un’immagine di sé fuori da un campo da calcio. Ha procrastinato la decisione e, quando è arrivato il momento, si è trovato impreparato.

Dobbiamo allenare le nostre aziende a pensarsi nel medio-lungo termine. Lo so, può sembrare utopico in questo mondo in cui tutto corre e cambia repentinamente. Ma dobbiamo allargare e allungare il nostro sguardo strategico. Altrimenti quel tipo di sinapsi cominceranno a perdere elasticità e, quando ci serviranno davvero, non risponderanno a dovere, e andremo in ansia.

Chiedete e chiedetevi: cosa farà l’azienda nel 2023? Come lavorerà? Con chi? Perché?

Sarà fantascienza? No, sarà un primo allenamento.

Non sapete quando il mercato vi obbligherà a cambiare e a ripensarvi. Fatevi trovare pronti!

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Francesco Sordi
Lavoro per le aziende che vogliono elevare il livello del proprio marketing per raggiungere nuovi obiettivi con grande efficienza. Mi occupo di formazione, consulenza, training on the job e temporary management.