Le parole sono pietre

«Le parole sono pietre» scriveva Carlo Levi in un libro omonimo.

Le pietre possono essere intese come oggetti per offendere, oppure per costruire.

Le parole sono importanti e ritengo quindi importante lavorare per recuperare alcune parole andate fuori moda, in disuso non solo nel comunicare ma soprattutto nel vivere quotidianamente il lavoro.

Non sono un guru o un motivatore, sono solo un professionista che prova ad affrontare il lavoro con determinazione e col sorriso.

Per me vale nel marketing, ma penso si possa ben adattare a qualunque contesto.

 

Le parole da recuperare

Ecco la mia personale lista:

  1. Sacrificio: mamma mia che brutta che sembra questa parola di primo acchito! Ci riporta magari alla mente i sacrifici in età antica, sempre contraddistinti da sangue e, quasi sempre, morte. A chi piace l’idea di sacrificarsi? A me no, soprattutto di prima mattina, sono sincero. Chi si sacrifica è identificato come un debole. Eppure è davvero cruciale ribadire che, in un mondo che tende ad anestetizzare la fatica, lo spirito di sacrificio è parte integrante e bella del lavoro. Bella se inquadrata in un percorso più ampio che dà senso ai momenti meno felici.
  2. Pazienza: abbiamo annullato i tempi di attesa. Se abbiamo bisogno di qualcosa, il nostro smartphone è la porta di accesso universale. Tutto e subito. Un mese per mettere online un sito? Ma siamo matti? 3 mesi per condurre un’analisi di marketing come si deve?? Pura pazzia, cerco subito su Google qualche documento da scaricare gratis, non posso credere che non ci siano già lì le risposte alle mie domande. 3 anni per portare in utile una startup??? Folle! Se non raccolgo risultati subito mi lamento e chiudo tutto. Io credo che la pazienza sia e diventerà sempre di più una qualità rara e per questo preziosa.
  3. Tenacia: letteralmente, «fermezza e perseveranza nei propositi e nell’azione». Tenere fissi gli obiettivi, non mollare di fronte alle difficoltà. Quanto è importante avere una motivazione “orientata”, ovvero non fine a se stessa come quella indotta dai motivatori da strapazzo, ma utilizzata come strumento per raggiungere una meta ben chiara.
  4. Visione: viviamo con l’orizzonte schiacciato sul breve periodo. Il giorno in cui devono uscire i pagamenti, la trimestrale, la chiusura del bilancio sono spesso diventati gli orizzonti che occupano la nostra attenzione imprenditoriale. Ma anche manager e dipendenti non brillano per visione a lungo termine. Sembra che ci siamo arresi a non poter sognare in lungo e “in largo”, forse per colpa dei tanti sogni e progetti naufragati negli ultimi 10 anni di “grande crisi”. Eppure il nostro Paese, come l’intero Occidente, è uscito da 6 anni di conflitto mondiale durissimo e ha creato un nuovo benessere economico grazie alla visione di lungo termine a livello politico, industriale e sociale.
  5. Etica: viviamo in un’epoca dominata come mai dalla tecnica e orientata alla performance. Ma c’è spazio, eccome, per rapporti personali sani, onesti, di valore. Lo dico da almeno due anni: l’etica sarà a breve un enorme vantaggio competitivo per chi avrà saputo coltivarla con cura anche quando non era più di moda.

E la tua lista qual è?

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Istituto del Marketing Scientifico