Da cosa si vede un buon marketer?

De Gregori diceva che un buon giocatore di calcio si vede «dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia» (cit. La leva calcistica del ’68).

Oggi c’è a dir poco una grande confusione attorno alla figura del marketer.

Da un lato banalizzata («lo può fare anche mio cugino»), dall’altra resa quasi mitologica («cercasi marketer giovane con esperienza, con buone capacità analitiche, strategiche, di programmazione, grafica, padronanza dei social, video making, cucina molecolare e cocktail»).

 

Ma chi è davvero un buon marketer?

A mio avviso ecco le principali caratteristiche che vanno ricercate:

  1. Visione strategica e completa: il marketer è e dovrà sempre più diventare un direttore d’orchestra con la bacchetta in mano e non con uno o più strumenti da suonare. Il che non significa essere “direttivo”. Significa conoscere i diversi strumenti al punto da saperli mettere tutti in armonia. Ne ho scritto in modo più dettagliato in questo post
  2. Fame analitica: deve essere una persona ossessionata dalla domanda: «Perché?!». Come un bambino di 3 anni, deve essere curioso di capire e comprendere la ragione di ciò che accade. La fame analitica non si esaurisce guardando i dati (vedi ogni tipo di analytics), perché i dati mostrano ciò che accade ma non ne spiegano il perché. Se non comprendiamo il perché subiamo gli eventi. Se comprendiamo il perché allora li governiamo
  3. È intollerante e allergico a espressioni quali: «Secondo me», «Si fa così», «Abbiamo sempre fatto così», «Il cliente cerca solo il prezzo», «Facciamoli abboccare», «Puntiamo sulla qualità», «Siamo leader»; può rischiare lo shock anafilattico, prestate attenzione!
  4. È appassionato ai bisogni e non ai prodotti: il focus di un buon marketer è comprendere i bisogni, le attese e i desideri dei clienti, è mettersi nella loro testa. Il buon marketer parte dai bisogni per comprendere se e come i prodotti o servizi offerti possono dare loro soddisfazione. Non parte dal prodotto per cercare come raccontarlo e a chi
  5. Ama stare fuori: soffre lo stare chiuso dentro l’ufficio. Sa che la chiave per un buon marketing è la relazione. Sa che deve confrontarsi e porsi in ascolto dei clienti e degli altri stakeholders. Sa dell’importanza di fare attività di mistery shopping, di sporcarsi le mani. Sa che così facendo quando sarà in ufficio avrà una visuale diversa e migliore
  6. È un tessitore: un buon marketer sta molto anche negli altri uffici. Va nell’ufficio vendite, per ascoltare i commerciali e per restituire loro visioni analitiche e strategiche. Va nell’ufficio R&D o tecnico per dare indicazioni relative alle opportunità di business presenti nel mercato. Va dalla Direzione per dare supporto decisionale attraverso numeri e scenari. Sa che molto spesso gli altri uffici non si parlano e che tocca a lui costruire ponti
  7. Sa di non sapere e mette costantemente in dubbio: il buon marketer sa che i mercati cambiano rapidamente e che solo un’analisi costante permette all’azienda di rimanere sempre “a cavallo dell’onda”. Se sente frasi del tipo: «Io so», «Fidati, è come dico io», «So io come fare, perché sono 20 anni che sto nel mercato», sorride, saluta e se ne va a impiegare meglio e altrove il proprio tempo
  8. Il buon marketer fa marketing: no, non è né un gioco di parole né un paradosso. Il marketing non è la comunicazione e, di conseguenza, il buon marketer non si occupa (solo) di comunicazione. Il buon marketer ha la competenza per ragionare in termini di gamma d’offerta, pricing e canali distributivi
  9. Il buon marketer sorride. Il buon marketer non attende che le cose vadano bene per sorridere. Sorride perché le cose gli vadano bene

E al numero 10….

E al numero 10 cosa metteresti? Cosa posso aver dimenticato? Mi piacerebbe che me lo facessi sapere qui oppure nel social dove hai incontrato questo blog post.

E se pensi di avere queste caratteristiche del buon marketer, mi piacerebbe anche che tu mi scrivessi una mail a info@befamilytest.it.

Perché la squadra cresce e abbiamo sempre voglia di conoscere possibili nuovi giocatori di talento.

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Istituto del Marketing Scientifico