C’è startup e start-up

Dove passano i fenomeni di moda, rimane la confusione.

Sull’ecosistema delle startup si è detto e scritto molto, molto più di quanto si sia effettivamente fatto.

Molte persone ancora oggi si confondono su cosa sia davvero una startup.

 

La differenza tra “startup” e “start-up”

Innanzitutto, c’è un trattino che fa davvero la differenza.

Una startup, come scrisse Steve Blank, è un’organizzazione temporanea in cerca di un business model ripetibile e scalabile.

  1. È temporanea: non fate come i quarantenni che si comportano da ventenni! Non si può essere startup per sempre. O si cresce o si muore, punto.
  2. In cerca di un business model: il business model è il modo con cui un’azienda fa soldi. Una startup lo ricerca continuamente: scava in diverse direzioni, testa differenti ipotesi, finché è in grado di identificare la soluzione più efficace e profittevole. Una startup “monotona”, con un solo modo di far soldi, non è una startup, punto.
  3. Ripetibile e scalabile: la scalabilità riguarda la possibilità di far crescere il volume d’affari senza una proporzionale crescita della struttura organizzativa. La mia azienda di consulenza marketing non è e non può essere una startup, perché per seguire il doppio dei clienti avrei bisogno di raddoppiare o quasi il team. Se vendo una soluzione digitale (ad esempio un’app), i costi non sono direttamente proporzionali al numero di utenti registrati e paganti. Se il tuo business, intrinsecamente, non può scalare, non sei una startup, punto.

E poi c’è la fase di start-up (col trattino!).

Ogni nuovo progetto aziendale, ogni nuovo prodotto, ogni nuova apertura verso un rinnovamento del proprio modello di business è una start-up.

Un’azienda con 100 anni di storia, che da 100 anni fa sempre lo stesso prodotto, non è una startup ma può avviare un progetto di start-up.

 

Che cosa accomuna tutte le startup?

Abbiamo sin qui esplorato le differenze. Ma cos’hanno in comune?

La necessità di confrontarsi sul tema dell’opportunità di business.

Un’opportunità di business è un’area di bisogno non ancora o non del tutto soddisfatta dagli attuali player del settore.

In altre parole, è costituita da uno o più fattori significativi nei quali i concorrenti non sono del tutto sostenibili e nei quali, quindi, potremo mirare a essere distintivi.

Le domande fondamentali che ogni startup o azienda in fase di start-up dovrebbe porsi sono:

  1. La tua idea di business risponde a un’esigenza del mercato? Si propone come la soluzione a un bisogno in qualche modo per­cepito, almeno da un segmento ben determinato di pubblico?
  2. La tua idea di business si distingue davvero rispetto a quanto esiste oggi? E non parlo qui di tecnologia o di prodotto, mi in­teressa che la risposta sia fornita con gli occhi (con il cappello direbbe Edward De Bono) del cliente, che non ragiona in termini tecnici ma pratici, ovvero pensando se e come ciò che noi possiamo offrire determina per lui un netto miglioramento rispetto alle sue esigenze.

 

C’è startup e start-up. In entrambe c’è la necessità di partire da una buona analisi di marketing.

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Istituto del Marketing Scientifico