Vasco Rossi ha stabilito il record di 220.000 persone al suo concerto al Modena Park il primo luglio.
Senza contare i 6 milioni di spettatori per la diretta su Rai 1, con il 36% di share.
Un concerto che in realtà ha tutti i contorni di un grande evento di massa.
Un evento che ha il suo perno su un personaggio, Vasco Rossi, nato a Zocca, paese di 4.800 abitanti nella provincia di Modena nel 1952 e che ha saputo trasformarsi da cantante a icona.
Una icona-brand capace di radunare, a 65 anni suonati, una folla oceanica disposta a tutto per il loro idolo: ore di viaggio, ore di attesa, disagi, caldo. 220 mila persone che hanno ballato, cantato, pianto, che si sono abbracciati, che hanno vissuto settimane in attesa dell’evento che racconteranno e rivivranno nella memoria per molti, molti anni.
Titolava bene il Corriere della Sera: «Vasco Rossi mette d’accordo un’Italia divisa».
Ragazzi under 18, insieme a migliaia di ragazze di tutte le età che hanno sventolato il reggiseno durante la performance di Rewind, sessantenni a petto nudo col pelo imbiancato dalle stagioni passate.
Diverse generazioni, diversi stili di vita, sotto un unico palco, davanti a un unico, potentissimo brand: Vasco.
Un brand serve a vendere di più, a un prezzo più alto e in meno tempo.
Il brand Vasco ha venduto 220.000 biglietti, prezzo medio superiore ai 100 euro, in pochissimi giorni.
Vasco è un brand potente perché trasversale rispetto ai diversi pubblici target. Per ognuno di essi rappresenta qualcosa di forte, intimo, emozionale e diverso: diverse interpretazioni dei valori di libertà e trasgressione, di indipendenza e capacità di sognare.
Attorno a questo universo valoriale si aggregano pezzi come Alba chiara e Vita spericolata, Sally e Gli angeli: generi diversi, toni di voce eterogenei ma perfettamente coerenti rispetto all’unico focus che quelli bravi chiamerebbero “value proposition”.
Vasco è un brand potente perché rappresenta un Oceano Blu. Vasco non è un cantante e neppure un cantautore. Vasco, semplicemente, è Vasco.