Renzi vs Di Maio: chi ha ragione? Un’analisi marketing del mancato duello TV

Renzi vs Di Maio

La notizia è conosciuta: Di Maio prima ha chiesto a Renzi un confronto e poi, dopo il voto in Sicilia, ha annullato il tutto. Perché? Lungi da me fare un’analisi politica, ma qui, fidatevi, c’è molto marketing e poca politica. Seguitemi!

Parliamo di strategia, ed in particolare di due tipi di strategia: di leadership e di following.

La regola dice che il leader non deve MAI scendere a patti coi follower perché avrebbe tutto da perdere, mentre i follower devono cercare un confronto per incrinare la percezione del leader e beneficiare della sua visibilità.

Cartellone pubblicitario AvisÈ una regola chiara e universale. In tutti i buoni corsi di marketing si racconta il caso Avis contro Hertz (due colossi dell’auto noleggio). Hertz, follower, uscì con una campagna comparativa contro Avis, affermando di lavorare più duramente del suo concorrente e di offrire, quindi, un servizio migliore.

Avis fece il grave errore di rispondere alla provocazione, per di più utilizzando un linguaggio del tutto simile al rivale. Il risultato fu eclatante: Hertz divenne il nuovo leader a scapito di Avis.

Berlusconi cercò il confronto con Prodi nel 2006 e nelle ultime settimane recuperò moltissimi punti percentuali di distacco grazie proprio al confronto (alla fine vinse Prodi per pochissimi voti e il governo cadde di lì a breve). Berlusconi si rifiutò poi di fare il confronto con Veltroni pochi anni più tardi, perché non era più un follower, ma un leader.

Attenzione: qui non voglio dire che dal punto di vista politico sia giusto, ci mancherebbe, fosse per me i duelli tv andrebbero regolamentati e resi obbligatori. Mantengo strettamente un punto di vista marketing!

Ecco allora che Di Maio ha capito, dopo la notte elettorale, di essere un leader rispetto a Renzi e ha quindi annullato il confronto, per non dare nuove chance al follower.

 

Fedeltà cieca alla strategia?

Quindi ha fatto bene? Forse sì, ma a mio avviso forse no. Perché il M5S ha sempre portato avanti una tipica strategia Oceano Blu (ne parlo sempre anche a lezione) facendo della completa divergenza rispetto ai partiti la loro prima bandiera (pensiamo al loro lessico diverso, al fatto di professarsi «né di destra né di sinistra ma oltre»ecc).

Quindi il quesito è: è stato giusto in questo caso fare ciò che la strategia di leadership suggerisce o avrebbe dovuto evitare di uniformarsi alle abitudini degli altri soggetti politici per rimanere fedele alla strategia Oceano Blu?

E ancora: questa decisione è il primo passo verso un cambio di strategia di marketing politico?

Non mi interessa qui valutare l’aspetto politico ma solo strategico, sapendo, che piaccia o no, che la politica è un prodotto da vendere nel grande mercato elettorale che ci vede consumatori.

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Francesco Sordi
Lavoro per le aziende che vogliono elevare il livello del proprio marketing per raggiungere nuovi obiettivi con grande efficienza. Mi occupo di formazione, consulenza, training on the job e temporary management.