Perché esistono gli influencer? Ecco perché ogni azienda dovrebbe occuparsene

Molto spesso, sia in aula che in azienda, mi trovo a discutere di influencer e di influencer marketing.

Trovo che ormai il tema sia stato da molti trattato, spiegato e compreso.

Salvo un passaggio cruciale: perché esistono gli influencer?

La risposta non può essere: «Perché sono popolari grazie ai social network», oppure «perché hanno una conoscenza specifica e profonda su un tema», così neppure «perché oggi ci fidiamo sempre meno dei brand».

La domanda, infatti, resterebbe sempre valida: «Ma perché tutti noi sentiamo la necessità di ascoltare e leggere gli influencer?».

La risposta a tutto è l’overload informativo, ovvero il caos di informazioni nel quale ogni giorno viviamo e navighiamo.

Rudy Bandiera e Skande

Rudy Bandiera e Riccardo (Skande) Scandellari

Siamo letteralmente sommersi di informazioni: una grande opportunità mai avuta prima nella storia dell’umanità, ma anche una terribile complicazione per il nostro cervello, che non è un calcolare elettronico, non è predisposto per elaborare milioni di informazioni complesse al secondo. Il nostro cervello è predisposto per farci stare bene, per ottenere ciò che vogliamo col minor dispendio di energie possibile.

 

Influencer? Take it easier!

Ecco perché ci affidiamo all’opinione degli influencer! Per semplificarci la vita!

Ci affidiamo agli influencer non perché, altrimenti, non avremmo informazioni. Ci affidiamo a loro proprio perché ne abbiamo troppe!

Gli influencer fanno il lavoro che noi non vogliamo o non possiamo fare: si informano, studiano, capiscono e trovano un modo più semplice e sintetico per spiegare. Trasformano informazioni grezze e “sporche” in informazioni pulite e già semi-lavorate.

E quindi tutte le aziende hanno convenienza a lavorare con gli influencer?

In linea di principio sì, ma in particolare non possono farne a meno tutte le aziende che operano in contesti che risultano complessi per i loro clienti.

Gli influencer servono alle aziende perché servono ai loro clienti.

Troppe volte le aziende riversano sui clienti tonnellate di informazioni pensando di dare loro un servizio. Così non è, anzi: si crea un disservizio!

Meno informazioni, più selezionate, meglio costruite, già pre-lavorate da chi lo fa di mestiere. Queste non sono markette, questa è creazione di valore per il cliente.

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Francesco Sordi
Lavoro per le aziende che vogliono elevare il livello del proprio marketing per raggiungere nuovi obiettivi con grande efficienza. Mi occupo di formazione, consulenza, training on the job e temporary management.