Non pagate gli straordinari, pagate chi lavora meno

lavoro stroardinario

Questo post non è dedicato all’HR manager, ma agli imprenditori e a chi si occupa di marketing. È dedicato a tutti coloro che hanno fretta e urgenza, sempre e comunque. È dedicato a tutti quelli che confondono produzione e produttività.

La mancanza di tempo e la fretta concitata delle aziende sono spesso non un dato oggettivo, bensì una manifestazione d’ansia delle persone che vi lavorano. Come tali vanno gestite.

 

Chi ha tempo non perda tempo

Quante volte ho sentito parlare con fastidio mascherato da ironia delle persone puntuali nell’ora di uscita dall’ufficio? Una puntualità sospetta, interpretata come segno di scarso impegno e scarsa dedizione alla causa. E, al contrario, quanto invece sono guardate con stima e gratitudine le persone che vivono dieci ore al giorno in azienda, che dimostrano nel volto tutta la loro stanchezza?

Sfido chiunque ad affermare che ciò non li abbia mai toccati, né come coloro che si trovano a fare questo tipo di pensieri né come vittime, reali o potenziali, di essi. È una reazione inconscia, un modo di pensare con il quale e nel quale nasciamo e cresciamo.

Il fare mosso in parte anche dall’ansia è un fare inefficace

Utilizzo la metafora del nuoto, disciplina per quale non nutro gran passione ma soprattutto alcun talento. A quanti è mai capitato di aver voglia di nuotare velocemente, magari anche come fattore di sfogo? Sentirsi potenti nella propria azione, percepire che si sta trasformando la propria energia in velocità? E poi magari trovarsi nella corsia affianco o ancor peggio nella propria, superati da chi dà l’impressione di esprimere minor potenza e, soprattutto, di compiere minor sforzo. La sensazione che la situazione genera è assai poco piacevole!

Il nuotatore professionista impiega al meglio le sue risorse per compiere il tragitto che si è prefissato. Egli abbina all’eleganza dei suoi gesti l’efficienza della sua azione.

Il nuotatore amatore, che invece sbraccia, scalcia e respira con affanno, assomiglia molto a chi nel lavoro è sempre di corsa e a fine giornata ha l’impressione, pur stremato, di essere riuscito a combinare poco.

 

Paradossalmente la mentalità dominante disincentiva le persone a ricercare la massima efficienza nel loro lavoro, poiché disincentiva le persone ad avere l’obiettivo di lavorare meno e di organizzarsi di conseguenza.

Dobbiamo pagare di più chi lavora meno!

In questo modo incentiveremo le persone a inventare, provare, scoprire modi nuovi e più efficienti per fare il proprio lavoro e giungere agli stessi obiettivi.

Il tema della produttività è al centro delle discussioni di politica economica. Mettiamolo al centro anche della strategia aziendale.

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Francesco Sordi
Lavoro per le aziende che vogliono elevare il livello del proprio marketing per raggiungere nuovi obiettivi con grande efficienza. Mi occupo di formazione, consulenza, training on the job e temporary management.